formazione psichiatrica

 

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA

DIP. DI CHIMICA BIOLOGICA, CHIMICA MEDICA E BIOLOGIA MOLECOLARE

SEZIONE DI PSICHIATRIA

GRIMALDI DI TERRESENA LIRIA, DE GRANDI MARIACLARA, INGA FIAMMETTA, CRISTOFOLINI MAURIZIO

DISTURBO BORDERLINE E DISTURBO BIPOLARE: DIMENSIONI DI PERSONALITÀ A CONFRONTO

Introduzione

Il disturbo borderline di personalità (APA,2000) è una delle più complesse e controverse entità diagnostiche. In alcuni contesti psichiatrici addirittura ancora non viene pienamente riconosciuto come un disturbo a se stante, specifico, tant’è che da più di mezzo secolo la diagnosi di “borderline” è considerata il “cestino dei rifiuti psichiatrico”, ovvero una “etichetta” diagnostica utilizzata esclusivamente quando lo psichiatra non è in grado di attribuirne altre (Baranello 2001). Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quarta edizione Text Revision (APA, 2000), colloca il disturbo borderline sull’asse II, all’interno dei di-sturbi di personalità del cluster B, gruppo noto come “drammatico-imprevedibile”. Caratteristica fondamentale dei pazienti borderline è una paura eccessiva di essere abbandonati. Si legano rapidamente e molto intensamente a partner o amici, spesso confondendo i ruoli. Tendono ad idealizzare il partner a volte già al primo incontro per poi farlo cadere dal piedistallo entro pochissimo tempo. Spesso creano legami, ovviamente disfunzionali, con personalità narcisistiche che hanno bisogno di im-mediata ed intensa gratificazione. Una volta però instaurato un rapporto hanno la sensazione di essere fagocitati, non più liberi. Ma, al solo accenno della possibilità di essere lasciati, o meglio, abbandonati, mettono in atto condotte esasperate nel tentativo di evitarlo. Il soggetto borderline ha necessità di manipolare l’ambiente, gli altri, proiettando nell’altro aspetti di se, mettendoli alla prova costantemente, esaurendo le energie di chi li circonda, facendo sentire chi è vicino al paziente sem-pre in colpa, responsabile di ciò che accade o potrebbe accadere, metterebbe cioè in atto un processo difensivo e allo stesso tempo tentativo di comunicazione, noto agli psicoanalisti come “identificazione proiettiva”. Il disturbo bipolare non è particolarmente frequente nella popolazione generale; sembra infatti che ne sia affetto una percentuale che va dallo 0,4% al 1,5% della popolazione, nonostante sia un disturbo serio e invalidante, che merita una certa attenzione. Chi soffre di questa condizione tende a presentare fasi depressive segui-te da fasi maniacali. Le fasi depressive sono caratterizzate da un umore particolarmente basso, una marcata e profonda tristezza e dalla sensazione che non ci sia più nulla in grado di dare piacere. Inoltre, durante queste fasi, il sonno può facilmente aumentare o di-minuire, così come l’appetito; concentrarsi su un’attività diventa più difficile. A volte la disperazione ed il senso di vuoto sono così marcati che le persone pensano al suicidio. Le fasi maniacali, in alcuni casi, sono esattamente il contrario delle fasi depressive. Sono caratterizzate, infatti, da un umore particolarmente euforico, dalla sensazione che tutto sia possibile e da un ottimismo eccessivo. Le idee ed i pensieri si accavallano rapidamente nella mente ed a volte diventano così veloci che spesso diventa difficile seguirli. L’energia è tanta che spesso chi attraversa queste fasi non sente il bisogno di mangiare o dormire ed ha la sensazione di poter fare qualsiasi cosa, a tal punto da commettere azioni impulsive o compromettenti, come spese folli o imprese avventate. Col termine aggressività (dal latino “ad-gradior”,andare verso) si definisce la tendenza ad adottare comportamenti espliciti con la precisa intenzione di infliggere un danno ad un altro individuo. Per impulsività intendiamo un modello comportamentale biologicamente de-terminato, una predisposizione ad agire rapidamente senza pianificare la propria condotta e senza procedere ad una valutazione razionale e consapevole delle sue conseguenze. Il termine di “alessitimia” indica “un disturbo specifico nelle funzioni affettive e simboliche”. Deriva dal greco “a”, per mancanza, “lexis”, per parola e “thymos”, per emozione; letteralmente “mancanza di parole per le emozioni”, ad indicare una sorta di “analfabetismo emozionale”, una marcata difficoltà nel riconoscere, esplo-rare ed esprimere i propri vissuti interiori. Obiettivo Essendo l’impulsività,l’aggressività e l’alessitimia tratti di personalità presenti in molti disturbi mentali, scopo della nostra ricerca è la valutazione ed il confronto di questi costrutti in due campioni clinici affetti da disturbi dell’umore e disturbo borderline di personalità, al fine di individuare somiglianze e/o differenze nei fatto-ri che li misurano. Descrizione del campione Il nostro studio è stato condotto nell’Unità Operativa di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “Gaspare Rodolico” di Catania, tra aprile e giugno 2009. Sono stati inclusi in questo studio 30 pazienti (15 affetti da DBP e 15 da DB II), di cui 12 uomini e 18 donne aventi un’età compresa tra i 18 e i 72 anni. Metodi La diagnosi di DBP è stata posta da un clinico esperto secondo i criteri del DSM-IV-TR e confermata tramite la SCID-II, Intervista Clinica Strutturata per i Disturbi di Asse II del DSM-IV. Per la valutazione del disturbo depressivo è stata utilizzata l’Hamilton depression rating scale (HAM-D); i sintomi depressivi e ma-niacali nel DB sono stati valutati con l’Internal State Scale (ISS). Per la valutazio-ne dell’aggressività abbiamo somministrato il BDHI (Buss Durkee Hostility Inven-tory) (Buss AH, Durkee A,1957), per l’impulsività la Barratt impulsiveness scale (BIS-11) (ES Barratt, MS Stanford, 1995) e per l’alessitimia infine il QAQ. RISULTATI Dallo studio effettuato è emerso che i pazienti con BDP riportavano un valore medio di Impulsività di 60,2 (DS= 9,6) contro il 53,8 (DS=16,8) dei pazienti con DB II. Per quanto riguarda l’aggressività è stato riportato un valore medio di 41,93 (DS=11,66) nei pazienti con DBP e di 37,6 (DS=6,8) in quelli DB II. Per l’ales-sitimia, infine, il valore medio osservato è stato di 105,2 (DS=20,76) per i pazienti con DBP e di 97,2 (DS= 15,84) per i pazienti senza DBP, valori per cui entrambi i campioni possono rientrare in una condizione “borderline”. Emergono delle diffe-renze significative invece nel confronto dei valori medi dell’alessitimia tra i cam-pioni di sesso maschile e quello femminile, entrambi con diagnosi di DBP. Le don-ne, infatti, hanno riportato un valore medio di 106, corrispondente a una condizione “borderline” di alessitimia, al contrario, gli uomini hanno riportato un valore medio di 87,7 che esclude la presenza di alessitimia. Per le tre dimensioni temperamentali prese in esame, dunque, valori maggiori sono stati riportati nei pazienti con DBP rispetto ai pazienti con solo disturbo del-l’umore, sia in termini di Media che di Frequenza assoluta e relativa; nonostante ciò all’analisi statistica con test esatto di Fisher non sono state riportate differenze statisticamente significative tra i due campioni clinici (probabilmente per il numero ridotto del campione). Bipolare/DBP(M±DS) Bipolare senza DBP (M±DS) Test esatto di Fisher Impulsività 60,2 ± 9,6 53,8 ± 16,8 P=0,462 (NS) Aggressività 41,93 ± 11,63 37,6 ± 6,8 P=1 (NS) Alessitimia 105,2 ± 20,76 97,2 ± 15,84 P=0,264(NS) Confronto e analisi statistica con il test esatto di Fisher delle dimensioni tempe-ramentali dei due gruppi di pazienti. CONCLUSIONI Dall’analisi dei dati emerge che i due disturbi, pur condividendo alcune caratte-ristiche del profilo di personalità, si differenziano in modo netto rispetto alle tre dimensioni messe a confronto. Il campione dei pazienti con disturbo borderline di personalità mostra, infatti, in linea con la letteratura, livelli maggiori di alessitimia, aggressività e impulsività, che danno ragione dell’importante componente impulsi-va presente nel disturbo e dell’instabilità delle relazioni interpersonali. In particola-re, a proposito dell’impulsività, in accordo con quanto riportato da diversi Autori, questa si configura come un elemento nucleare della patologia borderline, che con-diziona in modo essenziale le manifestazioni fenomeniche del disturbo. Il soggetto borderline tenta di affrontare la sofferenza emozionale in modo “motorio” e utiliz-za l’impulsività come mezzo per autoinfondersi tranquillità o esprimere la propria disperazione, rabbia e intensa frustrazione. Per quanto concerne l’aggressività, i nostri dati hanno evidenziato una correlazione con la giovane età: è verosimile che con l’età diminuiscano le occasioni di manifestare la rabbia attraverso condotte violente eterodirette: aggressioni, scontri fisici, liti violente. In conclusione i nostri dati supportano la tesi che impulsività e aggressività si configurano come costrutti distinti della psicopatologia borderline piuttosto che manifestazioni di un singolo tratto fenotipico. Per quanto l’alessitimia, il riscontro di livelli maggiori di questo disturbo nel gruppo dei pazienti con disturbo borderline, configura un profilo che riprende, per alcuni aspetti, le concezioni psicopatologiche di autori classici. In par-ticolare Bergeret, autore di formazione psicoanalitica, mise in evidenza la tendenza di questi soggetti a instaurare relazioni oggettuali di tipo anaclitico, ovvero caratte-rizzate da intensa dipendenza dall’oggetto. Il timore di perdere l’oggetto rende l’in-dividuo costantemente esposto a un’angoscia depressiva qualitativamente diversa da quella nevrotica e melanconica, che comporta sentimenti di impotenza, sensa-zione di essere incapace di suscitare amore negli altri e desiderio di essere protetto e sostenuto. I pazienti borderline utilizzano il termine “depressione” per descrivere sentimenti cronici di noia, vuoto, solitudine. Inoltre sentimenti di rabbia consci si alternano spesso alla depressione caratterologica del paziente borderline, diversa-mente da quanto avviene ai pazienti affetti da una forma di depressione endogena. La costante “lotta” contro il pericolo di una caduta depressiva rende questi soggetti fragili e privi di un’organizzazione interiore che permetta loro di definire e pro-grammare degli obiettivi a lungo termine. Queste osservazioni mettono in evidenza l’importanza di esaminare i pazienti affetti da disturbo di personalità borderline considerando un livello di interpretazione che va al di là della semplice descrizione del quadro clinico e sintomatologico.

RIASSUNTO Il disturbo bipolare e il disturbo borderline di personalità sono frequentemente associati. Obiettivo di questo studio è quello di valutare e confrontare dimensioni temperamentali e caratteriali dei due sottogruppi di pazienti con diagnosi di DB II e DBP, al fine di verifi-care se tale confronto dia risultati compatibili con l’ipotesi dell’appartenenza al medesimo spettro psicopatologico. Lo studio è stato condotto su un gruppo di 30 pazienti, attraverso la somministrazione dello SCID II, HAM-D, ISS, BDHI, BIS-11 e QAQ. La significativa dif-ferenza tra i due disturbi rispetto alla dimensione temperamentale è indicativa di caratteri-stiche genetiche e biologiche differenti e può quindi essere considerata un elemento in con-trasto con l’appartenenza del DBP allo spettro del disturbo bipolare.

SUMMARY Bipolar disorder and borderline personality disorder (BPD) are frequently associated. The aim of the study is to assess and compare temperament and character dimensions of two subgroups of patients with diagnosis of bipolar disorder II and borderline personality disorder, in order to verify whether these dimensions support the hypothesis that the two disorders are part of the same spectrum. The analisy has been led on a group of 30 patients using the SCID II, HAM-D, ISS, BDHI, BIS-11 and QAQ.A significant difference between the two disorders concerning the temperament dimension suggests a difference in biological and genetic background between BDII and BPD and appears in contrast with the hypothesis that BPD is part of the bipolar spectrum.

BIBLIOGRFAIA AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision (DSM-IV-TR). Washington, DC: American Psychiatric Association 2000. BARANELLO M., Trauma ed eziopatogenesi del disturbo borderline di personalità. SRM Psicologia Rivista, marzo 2001. BARRATT E.S., STANDFORD M.S., KENT T.A., FELTHOUS A., Neuropsychological and cognitive psychophysiological substrates of impulsive aggression. Biol Psychiatry 1997:1045-61 19. BERGERET J., La personalità normale e patologica. Milano: Raffaello Cortina 1972. BUSS A.H., DURKEE A., An Inventory for Assessing Different Kinds of Hostility. J Consult Psychol, 21:343, 1957. INVERNIZZI G., Manuale di psichiatria e Psicologia Clinica. McGraw-Hill, Milano, 2000.

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